mercoledì 27 novembre 2013

HUMAN PUNK - John King

Dopo "Fedeli alla tribù non pensavo che avrei più avuto tra le mani un libro di John King; eppure, dopo aver letto la trama di questo romanzo non ho saputo resistere e, per quanto le analogie con l'altro suo libro siano molte, soprattutto dal punto di vista stilistico e del linguaggio, devo ammettere che, almeno un po', mi sono ricreduto sulla bravura di questo autore, che in certi momenti si avvicina moltissimo al meraviglioso Irvine Welsh di "Colla".
La storia si articola in tre momenti, lontani tra loro di qualche anno, ma è soprattutto nel primo di questi che la trama si sviluppa, aprendo le porte ad una seconda e terza parte estremamente riflessive, antipasto di un finale spettacolare e ad alta densità di emozioni.
Human punkJoe Martin ha quindici anni, e insieme ai suoi amici si appresta a vivere l'estate del 1977, un periodo durante il quale alternerà lavoro e divertimento; per lui, come per Smiles, Chris e Dave, quello che conta è essere sempre in pista, con i Doctor Martens ai piedi e le spille appuntate sui giubbotti in jeans senza maniche, ma la cosa più importante di tutte è la musica, in particolare quella punk: Sex Pistols, Ramones, qualsiasi canzone è fondamentale per il loro divertimento, qualunque testo è rappresentativo della loro adolescenza e di Slough, il grigio sobborgo della periferia londinese dove sono nati e dove sono cresciuti.
Sembra tutto perfetto, tutto come dovrebbe essere: bevute infinite, scazzottate, nuovi dischi e concerti, ma ad un certo punto tutto si rompe; coinvolti in una rissa, Joe e Smiles si salvano per miracolo, ma quest'ultimo, quasi un gemello per Joe, verrà segnato in modo indelebile dall'episodio e non tornerà più lo stesso. E' da qui che anche la vita di Joe cambia, una vita che lo porterà  a girare il mondo, cambiare paese e cercare di dimenticare il passato, ma che alla fine, come in un cerchio che prima o poi dovrà per forza chiudersi, lo riporterà a Slough, dove tuto è cominciato.
Un libro molto, molto bello, rappresentativo di un periodo mitico, quegli anni '70 inglesi che hanno cambiato il modo di vivere e di vedere le cose, quando hippie e punk dominavano la scena, quando la Thatcher doveva ancora dare la sua impronta al paese, e quando tutti, ma proprio tutti, sognavano di poter cambiare il mondo.

Voto: 4/5


mercoledì 20 novembre 2013

COME DIVENTARE BUONI - Nick Hornby

Katie è una donna che ha passato i quaranta, non troppo giovane ma nemmeno troppo sulla via della vecchiaia; è ironica, simpatica e ancora molto attraente. E' felicemente sposata, ha due bellissimi bambini, un lavoro soddisfacente e una vita tranquilla, che le permette di occuparsi con energia al suo essere medico, mamma e moglie allo stesso tempo.
La felice monotonia si interrompe però quando Katie tradisce il marito David; sembra impossibile che proprio lei, donna in carriera, abbia potuto commettere adulterio. Talmente difficile da pensare che David, messo al corrente della notizia, si rifiuta di crederci.
Come diventare buoniE' in questo momento che Katie si rende conto che qualcosa non va, che qualcosa, nel suo perfetto matrimonio, si è rotto; parlarne a David, l'intelligente e riflessivo della coppia, sembra la cosa più opportuna, ma Katie non sa che sta per causare una reazione imprevedibile nel marito; non sa che sta per scatenare un temporale sul suo matrimonio e sulla sua vita, e tutto ciò la porta a chiedersi se fosse proprio il caso di dare voce al suo malessere interiore, se non sarebbe stato meglio continuare a vivere fingendo di non preoccuparsi del problema.
Scegliere di leggere un libro di Hornby equivale ad avere la certezza di non rimanere delusi, perchè il suo talento e la sua spiccata ironia non tradiscono veramente mai; l'autore inglese questa volta stupisce per la scelta dell'io narrante: non il classico uomo di mezza età che cerca di non annegare nella sua cronica depressione, ma la moglie perfetta che risolve sempre i problemi, che in questo caso si dimostra però terribilmente fragile e incapace di gestire un mondo, quello della famiglia, che ha sempre tenuto sotto controllo.
Ancora una volta, grande Nick Hornby, meraviglioso narratore di realtà che ci appartengono, di vite quotidiane così simili alle nostre.

Voto: 4/5

venerdì 15 novembre 2013

IL BIZZARRO INCIDENTE DEL TEMPO RUBATO - Rachel Joyce

Dopo "L'imprevedibile viaggio di Harold Fry", Rachel Joyce torna con il suo secondo, attesissimo romanzo; come all'esordio, la scrittrice inglese colpisce con la sua bravura nell'ideare una trama stravagante ma efficace, ma soprattutto con la sua capacità di scrittura, che rende il romanzo molto facile da leggere ed estremamente piacevole.
Byron è un ragazzino felice a 11 anni, perchè vive in campagna, perchè ha una mamma eccezionale che fa impallidire tutte le altre, e perchè il suo migliore amico è James Lowe, l'allievo più intelligente della scuola privata che frequentano; così intelligente da rivelare a Byron, dopo attenta consultazione del Times, che quell'anno, per pareggiare il movimento della Terra, verranno aggiunti al tempo due secondi. Sembra una notizia come un'altra, ma per Byron non è così: nella sua testa cominciano a formarsi strane ipotesi, tutte gravitanti attorno al fatto che l'aggiunta dei due secondi possa in qualche modo portare effetti imprevisti e devastanti su tutto il pianeta.
Il bizzarro incidente del tempo rubatoLa sua teoria trova realizzazione proprio la mattina dell'atteso allineamento degli orologi, quando sua mamma, per evitare il traffico, scegli per la prima volta di variare il tragitto, entrando con l'auto nella quasi innominabile Digby Road...
Un romanzo stravagante, che colpisce in positivo per la sua trama quasi illogica; divertente, allegro, ma anche molto profondo e attento a problematiche attuali, il libro merita davvero di essere letto, e il finale vale veramente un sacrificio di tante pagine, forse un po' troppe.
Ancora una volta, complimenti a Rachel Joyce.


Voto: 4/5

mercoledì 13 novembre 2013

THE BEST - George Best

George Best è stato uno dei più grandi talenti calcistici della storia; dotato di una tecnica straordinaria, unita a un grande senso del gol, ha vinto molti trofei tra le fila del Manchester United, oltre ad alcuni tra i più importanti riconoscimenti personali, su tutti l'ambito Pallone d'oro.
E' ricordato anche e, forse, soprattutto per le sue avventure extracalcistiche, che lo hanno reso il primo giocatore a vestire i panni della star, oltre a diventare un'icona di riferimento per la sua generazione.
The BestNato nella Belfast povera e operaia del 1946, ha iniziato a dare i primi calci a un pallone nelle strade della sua città, dimostrando fin da subito una predisposizione al gioco come pochi altri; cresciuto in una famiglia numerosa ma affettuosa, ha sfruttato la sua grande opportunità superando un provino con il Manchester United, che lo mette sotto contratto e lo fa crescere nelle giovanili. Dopo alcuni anni di gavetta, l'esordio in prima squadra è subito esplosivo, e da quel momento Best salirà velocemente nell'Olimpo del mondo calcistico; l'apice lo raggiunge con la vittoria della Coppa dei Campioni, che lo consacra tra i migliori giocatori del mondo e gli regala il soprannome di "Quinto Beatle", che si porterà dietro per tutta la vita.
Il momento più alto segna però l'inizio di una discesa vertiginosa: amato da tutti, Best comincia a lasciarsi trascinare dagli eventi; l'alcol diventa il suo compagno preferito, le donne un passatempo quasi abusato, la sregolatezza la normalità. Una serie di cadute sempre più rovinose, ed ogni volta rialzarsi è più difficile, fino a quando, forse, non sarà più possibile.
Una storia davvero toccante, di un giocatore che non posso ovviamente ricordare, ma che ha lasciato tracce indelebili dietro di sé; il primo vero calciatore icona, lontano però mille miglia dagli strapagati campioni di oggi, che ha saputo stupire il mondo con il suo talento cristallino, ma che non ha saputo sconfiggere un male interiore estremamente coriaceo.
Storia commovente, libro bellissimo.

Voto: 4/5

lunedì 11 novembre 2013

HEARTLAND - Anthony Cartwright

Siamo a Cinderheath, alle porte di Dudley, distretto siderurgico dell'industriale regione delle West Midlands, in Inghilterra.
HeartlandDue avvenimenti stanno per infiammare questo piccolo centro, da sempre lontano dagli onori della cronaca; le elezioni sono ormai ale porte, e il clima politico che si respira sta cambiando: molti si stanno orientando a "destra", e la pericolosa ascesa del British National Party mette in difficoltà i rappresentanti del Labour Party, storicamente senza rivali nella zona; come se non bastasse, ad acuire una tensione resa incandescente dall'attentato terroristico alle Torri Gemelle, la squadra dei "bianchi" si giocherà il campionato locale di calcio con quella dei Musulmani, e i rapporti tra i cittadini delle due diverse etnie si stanno incrinando ancora di più.
In mezzo a questi due eventi pronti a sconvolgere la comunità si inseriscono le storie di Rob, Jim, Jasmine, Adnan e molti altri, tutti cresciuti a Cinderheath, che ora hanno preso strade diverse, e non necessariamente hanno avuto fortuna con le loro scelte, anzi...

Devo dire che quando ho letto la trama di questo romanzo ho intuito subito che sarebbe potuta essere un'ottima lettura, e così è stato: la storia è veramente bella; l'ambientazione, una piccola realtà industriale inglese più grigia che verde, molto interessante, e il momento storico, che rende difficile la convivenza tra filo-americani e musulmani, davvero azzeccato. L'autore è poi veramente bravo nella narrazione, anche se dal punto di vista stilistico sono quantomeno rivedibili i dialoghi senza punteggiatura. Nel complesso comunque, questo rimane un libro veramente bello, sicuramente consigliato.

Voto: 4/5


lunedì 4 novembre 2013

UNO SPLENDIDO DISASTRO - Jamie Mc Guire

Avevo voglia di un romanzetto d'amore che inframezzasse letture un po' più interessanti, per cui sapevo a cosa andavo incontro: scene strappalacrime, pagine piccanti e comportamenti dei personaggi quantomeno audaci. Ho scelto "Uno splendido disastro", romanzo dell'anno (per chi?) e primo di due capitoli, il secondo dei quali da pochi giorni in libreria.
Uno splendido disastroAbby è una studentessa poco più che maggiorenne, appassionata di vestiti e matematica, timida e studiosa, che per scappare da una situazione famigliare complicata si è iscritta alla Eastern University, più lontano possibile dal suo Kansas. Travis Maddox è invece il ragazzo più conosciuto della scuola: muscoli scolpiti, tatuaggi ben in vista e un fascino ammaliante che ha messo in fila tutte le più belle ragazze dello studentato, pronte a qualsiasi cosa pur di passare una notte in compagnia del mitico Mad Dog.
Sembrerebbe impossibile che tra due ragazzi con personalità così contrastanti possa nascere un sentimento diverso dall'antipatia, ma ovviamente i due si troveranno a dover affrontare qualcosa in comune (in questo caso un'improbabile scommessa), tanto che alla fine scopriranno di essere fatti l'uno per l'altra, e nulla avrà più senso se non riguarderà loro due insieme.
Come ho detto non mi aspettavo chissà che da questo romanzo, però sono rimasto ugualmente deluso: passi che il finale sia ben prevedibile dopo poche decine di pagine, ma nel complesso la trama è abbastanza scadente e molto fragile, e molte cose sono parecchio campate in aria.
Non un libro brutto, semplicemente lontano dal mio genere.

Voto: 2/5