Bob Dylan ha detto che On the road ha cambiato la sua vita, oltre a quella di molti altri; non credo che cambierà la mia, ma sono d'accordo nel dire che questo capolavoro ti lascia dentro emozioni e sensazioni che pochissimi altri libri ti possono regalare.
Jack Kerouac ripercorre la sua vita nel dopoguerra post Hiroshima, lasciando solo intravedere un paese di lì a poco destinato ad una estenuante guerra di tensione contro l'URSS, la Guerra Fredda.
Grazie al sussidio di reduce che riceve, decide di partire all'avventura con il sogno di attraversare il paese da est a ovest, dal New Jersey, dove vive con la zia, fino all'affascinante California.
Non gli riuscirà una, ma ben tre volte, spingendosi anche fino in Messico, tra la povertà, la simpatia e la semplicità di un popolo totalmente diverso rispetto al suo.
Accanto a lui gli amici, in particolar modo Dean, il pazzo che vive in una costante euforia ma che è in grado di commuoversi quando dice di volergli bene e quando ricorda il papà vagabondo.
Insieme vivono la giornata, i lunghi trasferimenti in autostop, gli scomodi sedili dei pullman, le notti all'addiaccio, ma sempre con l'occhio fuori dal finestrino a scrutare le differenze di un paesaggio che cambia in continuazione, ma soprattutto sempre con il sorriso sulle labbra e il desiderio di scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo e di vivere un'emozione diversa.
Un libro davvero bellissimo, nel quale Kerouac utilizza il viaggio come splendida metafora della vita, dove pensare al difficile domani non ha senso, perchè l'oggi è più importante e va vissuto al meglio, come se non ci fosse futuro. Difficile da leggere, soprattutto all'inizio, ma man mano che ci si addentra nella storia il libro diventa sempre più coinvolgente, e quando lo si ha finito si deve amettere che ci si sente, almeno un po', diversi.
Voto: 4/5
L'ultimo episodio della saga dei Bernstein, famiglia inglese di origine ebrea, che dopo tanti anni vissuti alla periferia di Manchester si trasferì nella tanto sognata America, alla conquista di un futuro migliore.
In questo ultimo libro Bernstein, morto poco prima della pubblicazione, ci racconta cosa è successo a Rose, sua sorella maggiore, da sempre l'elemento più controverso della sua numerosa famiglia.
Anche lei negli Stati Uniti, prima a Chicago poi a New York, vive il boom economico del dopoguerra, ma come tutti si trova poi a soffrire la fame dopo la crisi del 1929. Come il paese anche lei cade in una forte depressione, attutita solo dai sogni a occhi aperti che fin da quando era bambina accompagnano le sue giornate: atelier di sartoria nei quali è lei la richiestissima stilista, incontri mondani, principi che le fanno la corte, l'immaginazione di Rose fa di tutto per alleviare la triste realtà, dove lei è soltanto una povera in una famiglia di poveri.
L'incontro con Jim, l'apprezzato venditore di hot-dog del quartiere, porta a Rose quella felicità della quale è da sempre alla ricerca, ma il destino non ha ancora finito di prendersi gioco di lei...
Un libro bellissimo, come d'altronde i tre che l'hanno preceduto, dei quali consiglio caldamente la lettura; una storia vera di una famiglia inglese povera come molte altre a quel tempo, e come molte altre con il sogno chiamato America sempre nitido all'orizzonte. Bernstein è stato bravissimo a raccontarci la storia della sua famiglia, e nonostante la tristezza e la crudeltà che l'hanno accompagnato nella sua ultracentenaria vita, ci ha trasmesso delle emozioni bellissime.
Voto: 4/5
La Transnistria è una regione poco conosciuta, con un nome impronunciabile e una storia fatta di guerre e rivendicazioni, un po' come tutti i paesi appartenenti all'ex Unione Sovietica; si trova nell'estremità orientale del territorio moldavo, in una lingua di terra molto sottile confinante con l'Ucraina.
Si è autoproclamata indipendente nel 1990, ma ad oggi la Transnistria non è ancora riconosciuta come stato, e rimane una zona dove la pace si staglia all'orizzonte, ma dove è la tensione la costante attualità.
Nicolai Lilin, l'autore di questo bellissimo libro, è nato qui nel 1980, e qui ha vissuto fino a quando è emigrato in Italia, dove abita oggi e dove ha sposato sua moglie.
Lilin, di origine siberiana, ripercorre la sua vita educato dalla comunità che Stalin ha scacciato dalle grandi e gelide pianure del Nord, che nonostante l'emigrazione forzata non perde le tradizioni profondamente radicate nella propria cultura. Kolima, questo il soprannome dell'autore, è destinato a diventare un "criminale onesto", e perciò abituato a combattere, a sparare e a uccidere. Mille avventure, guerre tra bande, feriti e morti, Kolima cresce con la consapevolezza che sia giusto diventare un criminale come lo è suo padre e come lo sono sempre stati nella sua famiglia, perchè questo è quello che vogliono i vecchi saggi, e perchè è questo che dicono i tatuaggi che lui tanto ama, disegnati con estrema cura e passione dagli umili Kol'sik.
E' una storia pazzesca qualle di Nicolai Lilin, e come tante prima di questa ha fatto storcere il naso a qualcuno, convinto che non sia proprio tutta farina del suo sacco; tant'è, il libro è veramente bello, la storia è raccontata nuda e cruda così come l'autore l'ha vissuta, e non può che farci riflettere su un popolo, i siberiani, e su una terra, la Transnistria, che conosciamo ben poco.
Voto: 4/5
L'ennesimo capitolo della saga bellanese orchestrata alla perfezione dal maestro Vitali vede come protagonista l'ambizioso progetto che il podestà del piccolo comune affacciato sul lago vuole perseguire: una linea di idrovolanti che colleghi la perla del Lario al capoluogo comasco e alla moderna Lugano, attraente città del Canton Ticino.
Agostino Meccia, promotore dell'iniziativa, è anche il più entusiasta all'interno del comune, ed è proprio lui a convincere, ma non del tutto, lo scettico segretario Carré, che da anni si occupa del difficile compito di far quadrare i conti e di tenere in vita le esigue finanze del paese.
Piuttosto che i costi da sostenere, il vero problema sarà il collaudo di un mezzo tanto pericoloso, ma come non fidarsi del pilota inviato direttamente da Roma per intraprendere un'impresa tanto cara anche a Sua Eccellenza il Duce?
Semmai il Meccia, negli ultimi tempi, è più preoccupato per la figlia Renata, che tutt'a un tratto ha smesso di essere una ragazza ed è diventata donna, e mica una qualunque tra l'altro. Cosa le sarà successo?
Un altro bellissimo romanzo del dottore-scrittore, in cui si intrecciano tra loro le numerose vicende di paese, regalandoci una trama mai banale, piena di divertimento e arricchita da un'infinità di particolari. Ancora una volta il Vitali ha fatto centro.
Voto: 4/5
Pat Peoples è finalmente tornato a casa; dopo aver trascorso un tempo che non riesce a quantificare nel postaccio, una clinica psichiatrica, mamma è venuto a riprenderselo.
Pat ricorda ben poco del suo passato, ma ha un obiettivo per il futuro ben nitido nella sua mente: vuole riconquistare Nikki, sua moglie, che si è presa un periodo di lontananza, così la chiama lui, per stare un po' sola. Ma Pat è sicurissimo, dall'alto della sua positività, che la loro separazione sta per finire, e non vuole farsi trovare impreparato per il grande momento.
Così si allena duramente, nella palestra che mamma ha comprato per lui, correndo con un sacco della spazzatura infilato sulla testa per sudare fuori i chili in eccesso, ma soprattutto esercitandosi a essere gentile e a non voler sempre avere ragione.
In più cerca di comunicare con il padre ma, anche se gli Eagles di Philadelphia stanno volando nel campionato di football, lui lo ignora completamente e continua a trattare male la mamma.
Infine c'è Tiffany, che è bellissima ma è solo un'amica, e come lui ha seri problemi mentali da condividere con l'analista.
Basandosi su queste solide premesse Matthew Quick costruisce un romanzo estremamente profondo, analizzando con serietà i problemi dell'età adulta, ma trascinandoci con la sua ilarità nel vivace mondo di Pat, un inguaribile ottimista che ancora non ha trovato il suo posto nel mondo.
Scritto molto bene, semplice, divertente e triste allo stesso tempo, non posso che consigliare a tutti questa piacevole lettura.
Voto: 3/5