L'Afghanistan è naturalmete la terra dove il romanzo nasce e alla quale tutti i personaggi sono in qualche modo legati, ma non solo quella dove si sviluppa: San Francisco, Parigi, l'isola greca di Tinos, tutte hanno un ruolo fondamentale nel cucire assieme le tante vite che l'autore sviluppa magistralmente dalla prima pagina.
La scena iniziale vede protagonisti un padre e i suoi due figli che viaggiano insieme sotto il sole cocente del deserto, con l'unica compagnia di uno sgangherato carretto rosso; Pari e Abdullah sono molto legati, e non sanno a cosa vanno incontro; la beata innocenza non permette loro di capire che la vita felice e spensierata che trascorrono, per quanto possa esserlo nel loro paese, sta per cambiare radicalmente, e non sanno che le bellissime storie che Baba racconta loro possono trasformarsi nella più cruda e triste delle realtà.
Sinceramente, ho amato di più gli altri due romanzi di Khaled Hosseini, "Mille splendidi soli" in particolare, ma ciò non toglie che ho trovato anche questo un libro bellissimo, in cui ancora una volta è l'amore il tema principale, e la sua costante ricerca rende la storia molto commovente; non si può negare che Hosseini scriva magnificamente, e sono in particolar modo le descrizioni dei paesaggi, tanto accurate quanto realistiche, a rendere ancora più belli i suoi libri.
Sicuramente da leggere.
Voto. 4/5
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