Le sue capacità non passano inosservate e quando, quasi per caso, si apre la possibilità di fare uno stage in Germania, il ragazzo non ha dubbi: vuole partire.
Superate le titubanze della premurosa madre Evelina, Aimone lascia l'Italia, direzione castello di Obherof, dove per alcuni mesi avrà la possibilità di migliorarsi e soprattutto imparare il tedesco.
Nella Germania nazista e aristocratica del 1938, il giovane italiano viene preso sotto l'ala protettrice della duchessa Steinlich, che riconosce in lui i tratti del figlio, morto ragazzo poco tempo prima. Dopo un periodo gioioso tra i prati e i monti, Aimone seguirà la duchessa a Berlino, dove continuerà il suo apprendistato in un imponente albergo della capitale.
Dopo essere stato accusato ingiustamente di essere un partigiano Aimone, che ha l'unica colpa di aver disertato le armi, viene arrestato, rinchiuso e pestato selvaggiamente dai gerarchi fascisti, ma non cede.
Salvato dal coraggio e dalla forza di volontà delle madri del paese, Aimone entrerà veramente a far parte della partigiana Brigata Garibaldi, e sarà proprio quest'ultima a svolgere un ruolo decisivo per la cattura e la definitiva caduta di Benito Mussolini; il duce verrà infatti smascherato a Dongo, e il "ragazzo del lago" sarà il protagonista principale di uno degli episodi più importanti e controversi del Novecento italiano.
Ci sono molti libri e molte versioni che riguardano le ultime ore di vita del Duce, ma quella di Aimone Canapè è sicuramente la più verosimile e la più confermata dai, pochi, testimoni ancora in vita. Questo rende ancora più avvincente il bellissimo romanzo di Marcello Foa, che con una semplicità disarmante ci narra uno dei momenti più crudi e significativi della nostra storia.
Voto: 4/5