
Il romanzo è una sorta di diario dell'autrice, ebrea cecoslovacca deportata a Terezin nel 1941; dopo quattro anni di stenti e il trasferimento prima a Auschwitz e poi a Bergen Belsen, gli alleati conquisteranno il campo e con la fine della guerra libereranno i superstiti. Sinceramente mi aspettavo un libro diverso, maggiormente incentrato sulla situazione degli ebrei nella Cecoslovacchia, ma sono rimasto comunque colpito dal libro; il solo pensare che queste cose siano realmente accadute mi riempie di orrore.
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