Alex Ferguson, baronetto di sua maestà, è stato sicuramente uno dei più grandi allenatori della storia, uno dei più longevi e uno dei più vincenti; nato nella Scozia degli anni quaranta, ha dedicato gran parte della sua vita al calcio, anche giocato. Dopo una più che discreta carriera da attaccante però, ha appeso presto le scarpette al chiodo, scegliendo la più comoda panchina come mestiere per affiancare la gestione di alcuni pub, principale fonte di reddito della sua giovinezza. Le prime esperienze da manager le ha vissute in patria, e i migliori risultati sono arrivati con l'Aberdeen, realtà oggi in declino, portata alla clamorosa vittoria in Coppa delle Coppe del 1983, arrivata dopo una finale memorabile a scapito del mitico Real Madrid, e seguita pochi mesi dopo dal trionfo nella Supercoppa Europea. Il passaggio allo United è stato formalizzato nella stagione 86-87 ma, per quanto oggi possa sembrare strano, i primi passi da manager dei red devils furono tutt'altro che semplici: sir Alex venne più volte messo sul patibolo, vuoi per i risultati, vuoi anche per i dubbi che cominciavano a insinuarsi nei corridoi dell'Old Trafford. La svolta però era dietro l'angolo, e dopo cinque anni di sofferenza, la vittoria della Premier League nel 1993 ha dato il via ad una lunghissima stagione, ben ventisei anni, di successi in Inghilterra, in Europa e nel mondo; successi che lo hanno portato nell'olimpo degli allenatori, consacrandolo come uno dei più grandi, alla pari di intramontabili leggende come Matt Busby e Bill Shankly. Un libro interessante, ricco di aneddoti come solo un'autobiografia può essere; sicuramente non di primo livello dal punto di vista stilistico, ma pieno di spunti e ricordi utilissimi per tutti quelli che, come me, hanno fatto del calcio inglese una ragione di vita.